Sit-in in via Trapani contro la chiusura della strada. Dove erano gli Isolani negli anni passati?

Sit-in in via Trapani contro la chiusura della strada. Dove erano gli Isolani negli anni passati?

Si è svolto oggi un sit-in spontaneo in via Trapani, a Isola delle Femmine, organizzato dai residenti della zona, per impedire la chiusura della strada dovuta ai lavori per il raddoppio ferroviario. Il 29 giugno verrà chiusa la tratta ferroviaria dalla stazione di Punta Raisi fino alla stazione Notarbartolo e, per consentire i lavori, ad Isola delle Femmine verrà chiusa una delle strade di accesso al Paese, accesso che comunque verrà garantito tramite l’apertura della mini-circonvallazione. Prima che i blocchi di cemento venissero posizionati per bloccare il passaggio, una decina di cittadini sono scesi in strada per impedirlo e sono rimasti per tutto il pomeriggio in attesa del sindaco Stefano Bologna.

Le loro rivendicazioni non sono state molto chiare anche perché si sono rifiutati di rilasciare dichiarazioni – ed è strana una protesta in cui nessuno “ci vuole mettere la faccia”! A spiegarci quello che stava succedendo è stato il segretario del Pd di Isola delle Femmine, Silvio Piombino. La pretesta dei cittadini è che venga garantito un passaggio per i pedoni ma anche per le automobili, per garantire il collegamento fra il centro abitato e l’area del paese oltre la stazione ferroviaria. “Della questione ci si è occupati nel passato“, ci ha spiegato Silvio Piombino, “nel 2012 la giunta Portobello aveva chiesto alla Rfi di predisporre un progetto che prevedesse l’attraversamento pedonale in superficie o sotterraneo e l’Rfi, nel febbraio del 2014, aveva risposto alla commissione straordinaria che era in atto un progetto di massima che lo prevedeva, ma da quella data non è pervenuta alcun’altra notizia. Quella di via Trapani è la via d’accesso più prossima al centro urbano e in questo modo si sbarra una via di fuga in caso di calamità naturali“.

Il sindaco Bologna non ha incontrato i manifestanti ma ha dichiarato che l’amministrazione comunale si è insediata ad opere completate e che qualsiasi interruzione potrebbe causare danni erariali. “Soltanto una decisione del Ministero delle Infrastrutture potrebbe modificare il progetto“, ha spiegato. “La precedente amministrazione, nel 2012″, ha continuato Stefano Bologna, “ha accettato la chiusura del passaggio a livello a condizione che si realizzasse la strada di mini-circonvallazione e le ferrovie l’hanno realizzata. Poi i commissari, nel 2013, hanno confermato il progetto definitivo di chiusura del passaggio a livello e nel settembre 2014 hanno dato il via libera definitivo accettando una modifica del sottopassaggio pedonale più funzionale, che entro 4 mesi sarà aperto“.

progetto

In sintesi, da quanto emerge da questa dichiarazione ben poco potrà essere fatto per impedire la chiusura della strada, ma il passaggio pedonale verrà assicurato con l’apertura di un sottopassaggio pedonale entro novembre. Venerdì prossimo è comunque in programma un consiglio comunale in cui si tratterà questo argomento e il gruppo di opposizione chiederà che l’amministrazione intervenga presso la Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) o preveda soluzioni per limitare il più possibile i disagi. La protesta ha avuto vita breve e prima di sera sono stati posizionati i blocchi di cemento in ambo i lati del passaggio a livello, sbarrando definitivamente la via. La polemica è accesissima, ma ci si chiede perché, se di questi progetti si parla da anni, nessuno ha protestato prima che fosse troppo tardi e solo adesso il Paese è in rivolta. Dove sono stati i cittadini per tanti anni e quando hanno partecipato in prima linea per dire la loro? Non è più tempo di lamentarsi, è tempo di denunciare con nomi e cognomi o di fare silenzio, il tempo delle deleghe è finito: adesso tocca a te, cittadino qualunquista, una comunità deve prendersi le sue responsbailità!

Eliseo Davì e Pino D’Angelo

(foto copertina di Enzo Lucido)


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