Isola delle Femmine commemora i caduti in mare e i migranti

Isola delle Femmine commemora i caduti in mare e i migranti

Isola delle Femmine è un paese legato indissolubilmente al mare. Per secoli i suoi abitanti hanno praticato la pesca per vivere e di generazione in generazione hanno tramandato questo nobilissimo mestiere con grande passione. Andare in mare per loro voleva dire anche lo spettacolo dell’alba e del tramonto, la nebbia del mattino autunnale, il freddo dell’inverno, la pioggia che spesso li sorprendeva, ma anche un mare che li dondolava quando era calmo. A volte però il caso voleva che il mare diventasse causa di morte.

Il Comune di Isola delle Femmine, il 9 Settembre 2015, vuole commemorare i pescatori che il 13 Ottobre 1942 accorsero con le loro barche per portare in salvo i 350 prigionieri e i 50 tra militari e uomini dell’equipaggio del piroscafo Loreto. Il piroscafo silurato al largo dell’isolotto da un sottomarino inglese, affondò in appena 12 minuti, portando con se 123 prigionieri indiani e un militare italiano. Vogliamo anche ricordare i nostri cari caduti in mare. E vogliamo farlo attraverso alcune delle loro storie:

Nella notte tra il 23 ed il 24 Gennaio 1883 un violento temporale fece ribollire il mare ed aumentare il vento. Un’imbarcazione proveniente da Nizza con 6 persone a bordo era in balia delle onde e il suo equipaggio tentava di resistere con tutte le loro forze alla furia del mare. Quella notte furono solo in tre a riuscire a salvarsi. L’indomani mattina sulla spiaggia di Castellamare furono trovati gli altri 3 corpi senza vita: erano di Antonino Flores, di 42 anni, di Vincenzo Flores, di 12 anni, e Pietro Costanza, di 25 anni, tutti di Isola delle Femmine.

Il 13 Febbraio 1958 all’età di 32 anni moriva durante un immersione nel mare di Isola delle Femmine Ottavio Zanca, uno dei primi archeologi marini ad aver studiato i relitti che si trovano nei fondali antistante Isola e Sferracavallo. In ricordo del proprio caro, la famiglia fece ristrutturare la cappella del cimitero del Paese.

Ancora un pescatore, Giuseppe Abbondanza, morto il 25 Ottobre 1973, all’età di 62 anni, durante una mareggiata. Finì in mare dentro il porto di Isola e il suo corpo non fu più ritrovato.

Nella notte tra il 7 e l’8 Maggio 1978 dal porto di Isola usciva un’imbarcazione con a bordo Giuseppe di Maggio, 27 anni, i fratelli Salvatore e Michele Cracchiolo e Giovanni Favaloro di Sferracavallo. Durante la battuta di pesca furono travolti da una tempesta… L’8 maggio alle ore 13,00 nei pressi di San Nicola l’Arena veniva ritrovato il relitto dell’imbarcazione, ma dei 4 membri dell’equipaggio non c’era più nessuna traccia.

In una bellissima giornata di sabato 6 Luglio 1985 perse la vita Michele Francaviglia, un odontotecnico di 29 anni. Quel giorno maledetto il mare era azzurro e limpido e i raggi del sole brillavano in acqua. Lui si buttò in mare per una battuta di pesca, in riva c’erano la sorella con il fratellino, la moglie e la piccolissima figlia che quando vide il padre entrare in acqua si mise a piangere, lui si girò con il sorriso in volto e li salutò alzando la mano. Non tornò più. Il suo corpo fu ritrovato al largo da un motoscafo e portato al porticciolo di Isola delle Femmine.

Il 2 Luglio 2003 sul tratto di spiaggia di Isola delle Femmine passeggiavano Giuseppe Mendola con un suo amico. Ad un tratto videro in mare due bambini e un uomo che gridavano aiuto, perché non riuscivano a tornare a riva per le avversità del mare . Giuseppe Mendola senza esitare si buttò in mare e riuscì a portarli in salvo, ma a sua volta ebbe difficoltà nel tornare a riva. Altre persone si buttarono in mare e lo recuperarono in fin di vita. Morirà da eroe in ospedale, il 12 Luglio 2003 all’età di 45 anni.

Una via intitolata a Dario Russo è ciò che rimane a un povero padre afflitto dal dolore per la scomparsa del proprio caro figlio, morto all’età di 28 anni, il 2 Luglio  del 2005.Dario era un bagnino di salvataggio e quel giorno non esitò a sfidare la furia del mare per aiutare una ragazza, che per le cattive condizioni del mare non riusciva a tornare a riva. Lui la raggiunse, le mise il giubbotto di salvataggio e la spinse verso la riva, ma stremato dallo sforzo venne travolto dalla furia delle onde.  Il suo corpo fu ritrovato il giorno dopo.

Un giro in barca fu fatale ad Andrea Costa. L’8 Gennaio 2008, insieme a due suoi amici decisero di prendere la barca anche se il mare era un po’ agitato. Arrivati fuori dal porto le onde furono più forti e l’imbarcazione si capovolse. Rimasero per diverse ore in balia delle onde, quando vennero recuperati per Andrea non c’era più niente da fare.

Nel 50° anniversario della tragedia della petroliera Luisa lo scorso 5 Giugno è stato ricordato insieme a tre uomini di Sferracavallo: Lo Bello Francesco, morto il 5 Giugno 1965 nel golfo Persico a causa di un incendio avvenuto a bordo della nave. Un pensiero personale da moglie di una delle vittime del mare: continuiamo ad amare il mare, così come lo hanno amato loro. Resteranno nei nostri cuori anche tutti i pescatori Isolani, che lasciando il proprio paese di origine sono emigrati e mai più tornati.

Il nostro pensiero infine non può non andare a tutti gli immigrati che ogni giorno attraversano il mediterraneo per sfuggire alla guerra e alla fame, ai tanti uomini, donne e bambini che perdono la vita nella disperata ricerca di una vita migliore.

di Agata Sandrone

sferracavallo

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