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Beni confiscati alla mafia. Affari loschi nell’autosalone di lusso di Isola delle Femmine

Beni confiscati alla mafia. Affari loschi nell’autosalone di lusso di Isola delle Femmine

Si allarga l’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati alla mafia. Ieri è arrivata, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che la Procura di Caltanissetta, nell’ambito dell’indagine sulle toghe, ha rivolto la sua attenzione anche ad Isola delle Femmine, precisamente all’autosalone di lusso “Nuova Sport Car”, sita in Via delle Industrie e gestita dall’amministratore giudiziario Walter Virga e dai suoi collaboratori, assunti per gestire l’impero economico degli imprenditori palermitani Rappa, eredi di Vincenzo Rappa, condannato in via definitiva per mafia. Adesso devono rispondere della gestione di una lunga lista di beni, società e imprese per un valore di 800 milioni di euro  – compresa la concessionaria e l’emittente televisiva Trm – beni sequestrati l’anno scorso con sentenza definitiva di Cassazione e poi passati in gestione alle autorità competenti in materia di beni sequestrati. Sarebbero stati riscontrati dagli investigatori della Guardia di finanza anche acquisti di telefonini di ultima generazione e uso privato delle macchine delle concessionarie sequestrate ai Rappa.

Stando alle prime indiscrezioni, l’autosalone, più che rivendita di auto di lusso, sarebbe stato utilizzato come una base logistica per incontri d’affari. Per quanto riguarda le auto, alcune sarebbero state acquistate da amici e parenti a prezzi inferiori a quelli di mercato, mentre altre sarebbero state acquistate e poi rivendute al doppio del prezzo per lucrare sulle plusvalenze. Tutto ciò in violazione di ogni criterio di trasparenza e legalità, tradendo il mandato che era stato conferito da Silvana Saguto, ormai ex presidente delle Misure di prevenzione.

Silvana Saguto

Silvana Saguto

Si ipotizza che l’incarico sia stato affidato da Silvana Sagusto a Walter Virga, figlio di Tommaso Virga, presidente di sezione del Tribunale ed membro del Consiglio Superiore della Magistratura, per sdebitarsi con il padre, che l’avrebbe favorita in un procedimento disciplinare davanti al Csm stesso. Tommaso Virga ha però negato di essersi mai interessato a vicende disciplinari nell’interesse di Saguto e si dice pronto a chiarire ogni cosa. Allo stesso Walter Virga la Saguto aveva deciso di assegnare la gestione di un altro grosso patrimonio, la catena di negozi di abbigliamento e accessori Bagagli. Adesso si indaga anche su presunti provvedimenti di liquidazione in favore di componenti del consiglio di amministrazione, su cui vi è più di una zona d’ombra. A cominciare dall’entità del compenso che Virga si liquidava dai bilanci dell’azienda (diverse decine di migliaia di euro al mese) e delle consulenze date ad altri professionisti. L’inchiesta, dunque, potrebbe ulteriormente allargarsi. Intanto ieri il giovane avvocato Walter Virga, indagato per peculato e abuso, ha lasciato i due incarichi di amministratore giudiziario, anticipando di fatto la revoca del mandato da parte del tribunale.

di Eliseo Davì

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Ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza con lode presso l'Università degli Studi di Palermo. Ha scritto un romanzo storico, "Societas", edito da BookSprint Edizioni. Scrive sul blog di informazione online "Il giornale di Isola", ha collaborato con "L'ora", con il giornale online "MasterLex", con "IoStudioNews", Tv7 Partinico e Tgs.
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