La P2, l’Antistato all’interno dello Stato

La P2, l’Antistato all’interno dello Stato

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Molte storie dell’Italia sono oscure, ci sono segreti mantenuti a lungo su vicende che non si possono sapere o se vengono a galla, subito dopo si perdono nell’oblio. Una di queste riguarda la P2, associazione segreta nata intorno agli anni ’70. Ad essa parteciparono i vertici più alti dello Stato: politici, generali militari, membri della massoneria, fascisti…

È il 27 dicembre 1947 e il primo capo dello Stato italiano, Enrico De Nicola, firma a Palazzo Giustiniani la Costituzione italiana; in piedi lo osserva Alcide De Gasperi, il padre della patria che fu l’anima della nostra ricostruzione. Fra i due in piedi vi è un giovane di 25 anni, tiene in mano una cartella. Dentro c’è il testo della nostra Carta. Quel giovane si chiama Francesco Cosentino. Nulla faceva prevedere che dieci anni dopo il giovane depositario del testo costituzionale sarebbe stato a fianco di Licio Gelli, ricoprendo un ruolo dirigenziale nella loggia segreta. Suo stretto consigliere e amico, suo suggeritore”.

Molto probabilmente si deve a quell’alto funzionario e allo stesso Licio Gelli il grande progetto politico della P2 del 1976, “il piano di rinascita democratica”. Obbiettivo del progetto era la trasformazione della nostra Repubblica parlamentare in una Repubblica presidenzialista. Questo era il secondo progetto politico, qualche anno prima ve ne era già stato un primo le cui misure prevedevano “la limitazione dei poteri della Corte Costituzionale, la limitazione del diritto di sciopero col divieto totale per i pubblici dipendenti, magistrati, studenti e la limitazione dei poteri dei sindacati subordinandoli a un ispettore del lavoro. Infine: la riduzione del numero dei quotidiani, settimanali, riviste, altre pubblicazioni a carattere scandalistico, il divieto di indire manifestazioni e tenere congressi a carattere politico”. Il primo progetto fu chiamato “Schema R”, R come rivoluzione, e probabilmente fu abbandonato perché troppo eversivo: per la sua attuazione si prevedeva la discesa in campo delle forze armate. Delusi dal fallimento del primo progetto si pensò perciò ad un secondo, questo però doveva passare per la via dei palazzi democratici e non per la via della forza armata, non a caso il nome rinascita democratica.

Molti hanno definito la P2 come un Antistato (un potere occulto) all’interno dello Stato, ma sale sgomento se pensiamo che coloro che facevano parte del potere occulto dell’Antistato erano allo stesso tempo esponenti dello Stato. “Il presidenzialismo”, uno dei punti centrali della P2 “che sin dai primi tempi della Repubblica era stato il progetto della destra neofascista è stato dunque uno dei terreni di scontro forse meno evidenti ma sempre ricorrente e mai del tutto abbandonato. Anzi. È stato ed è tuttora uno degli obiettivi principali di Silvio Berlusconi, il quale, quando ha dovuto trovare spiegazioni alla sua incapacità o non volontà di governare ha accusato l’architettura costituzionale”. Ma la rivoluzione segreta della loggia P2 non si ferma qui. Si occupa di affari economici internazionali, di Rai Tv e indebolimento della magistratura. “Non fu proprio allora che Silvio Berlusconi cominciò la sua avventura nel mondo delle emittenti televisive con il chiaro intento di abolire il monopolio della Rai? C’è chi ha prospettato la tesi che proprio a Berlusconi (che risulterà iscritto alla loggia P2 dal gennaio del 1978) fosse stato affidato sin dall’inizio questo settore fondamentale del piano di rinascita”. Molte storie dell’Italia sono oscure, ci sono segreti mantenuti a lungo su vicende che non si possono sapere e se vengono a galla, subito dopo si perdono nell’oblio.

di Salvatore Casarrubea,
ispirato dal libro di Sandra Bonsanti “Il gioco grande del potere”

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