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Raffaele Di Maggio, il “ragazzo che sorride” conquista l’oro e batte il record

Raffaele Di Maggio, il “ragazzo che sorride” conquista l’oro e batte il record

“Campione del mondo, campione del mondo, campione del mondo”: così dicevano i telecronisti Nando Martellini e Fabio Caressa in occasioni delle vittorie dell’Italia calcistica nella Coppa del mondo.

Il 10 giugno 2015, dopo la finale nazionale dei GSS, scrivevo un articolo in cui elogiavo le grandi doti tecniche di un ragazzo, nato a Torretta il 6 marzo 2001 e allenato dal professore Orazio Scarpa. Lo paragonavo al più grande velocista italiano di tutti i tempi, Pietro Mennea. Avevo trovato nove analogie tra il ragazzo e il grande Pietro, lasciando la decima al tempo. E il tempo credo mi stia dando ragione. Il ragazzo infatti, è il primo quindicenne nella storia dell’atletica leggera, ad essere convocato per i Campionati Mondiali Inas di Atletica Leggera Indoor.

L’edizione del 2016 si è svolta ad Ancona dall’11 al 13 marzo e in questi tre giorni centinaia di atleti di ogni parte del mondo, si sono sfidati. La rassegna è riservata agli atleti con disabilità intellettivo-relazionali. In questa occasione la rappresentativa italiana ha conquistato ben sei medaglie: un oro, tre argenti e due bronzi. Ma a fare la parte del leone è stato il nostro Raffaele Di Maggio che, con tre medaglie, una per ogni colore, (una d’oro, una d’argento e una di bronzo) è stato l’atleta italiano più medagliato.

raffaele12Raffaele Di Maggio, 15 anni compiuti da qualche giorno, si è aggiudicato la finale dei 60 metri con l’eccezionale tempo di 7” 11. La sua prestazione risulta la migliore prestazione italiana in una gara INDOOR (record precedente: 7”12, ottenuta da Giovanni Cellario a Modena, il 12 dicembre 2009). Lo sprinter, allenato dal prof. Orazio Scarpa è un tesserato FIDAL e difende i colori dell’Arci XIII Dicembre di Altofonte. Il giovanotto si era già messo in luce, sia in occasione della finale nazionale dei Giochi Sportivi Studenteschi, da lui vinti che a Sulmona, sia in occasione dei Campionati Italiani all’aperto, in cui si è classificato al quarto posto tricolore. Raffaele non si è accontentato di essere il nuovo Campione Mondiale sui metri 60 piani ma ha voluto “strafare”; è stato infatti anche il primo frazionista sia nella staffetta 4×200 (arrivata seconda in 1’38”67) che nella staffetta 4×400 (arrivata sul gradino più basso del podio).

Raffaele ha “quel qualcosa” in più che è tipico dei grandi campioni, quel qualcosa che non si può spiegare, quel qualcosa che se non ce l’hai dentro è perché la natura non è stata benevola con te e non puoi certamente “andare a comprarla al negozio”. Raffaele ha quella voglia di vittoria che lo spinge sempre di più a migliorarsi. L’allievo del prof. Scarpa è, e sarà sempre, “il ragazzo che sorride”.

Grazie Raffaele per le emozioni che ci dai, grazie per i magici momenti di gioia che ci fai vivere. Qualche tempo fa, in occasione della vittoriosa galoppata sui metri 80 alla finale dei Campionati Studenteschi da lui vinti, ho scritto: “E’ tornata la Freccia del Sud”, paragonando, ma con molta attenzione, il nostro Raffaele al più grande velocista italiano di tutti i tempi, Pietro Mennea. Avevo trovato delle attinenze, (chi vuole può leggerlo qui), dei modi di fare che mi ricordavano il “Grande Pietro”. Ma vedendo e rivedendo il filmato della corsa, mi sono accorto che qualcosa è cambiato, (per esempio non alza più il dito indice della mano destra in alto in segno di vittoria), ma la voglia di vincere, non solo continua a mantenerla, ma sembra che aumenti gara dopo gara.

SCARPAAl prof. Orazio Scarpa vorrei invece ricordare quello che ho precedentemente già scritto e cioè che il grande Pietro ha riposto la “freccia” nella faretra, ma noi, senza fretta e col massimo rispetto sia del tuo lavoro che di quello del ragazzo che ancora deve crescere sia dal punto di vista fisico che piscologico, aspettiamo che la possa prendere e farla scoccare ancora una volta. Ciò che non ho potuto assaporare in passato, me lo stai facendo gustare con Raffaele.

Grazie, caro figlioccio.

Giuseppe Raffermati

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