Zona Falcone abbandonata, gerani secchi. Tina Montinaro: “Delusa dal sindaco di Isola delle Femmine”
Tina Montinaro: “Aspettiamo una fontanella per annaffiare i gerani”. Stefano Bologna: “Stiamo provvedendo ad un allaccio idrico, compatibilmente con le emergenze”. A due mesi dalle celebrazioni del 23 maggio, ecco in che condizioni si trova il giardino della memoria.
di Eliseo Davì
Sono passati più di ventitre anni da quel tritolo che ha cambiato per sempre la storia della Sicilia e dell’Italia, ma il luogo in cui avvenne quella strage, in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonino Montinaro e Vito Schifani, rimane ancora un luogo abbandonato e utilizzato come un parcheggio. Eppure, come già vi avevamo raccontato qualche mese fa (leggi l’articolo), il progetto del giardino “Quarto Savona Quindici” – il nome in codice della scorta di Falcone – c’è ed è stato approvato, ma rimane in mano alla Presidenza della Regione e, come ci spiega Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, il caposcorta di Falcone, “non abbiamo ancora notizie. Mi sembrano i soliti proclami!”.
Ormai Tina non si stupisce più: sono anni che lotta perché venga ridata dignità a quel pezzo di terra e sono anni che sente solo promesse, eppure si aspettava che, in attesa della realizzazione del giardino vero e proprio, almeno il Comune di Isola delle Femmine si attivasse per mantenerlo pulito e mettesse in condizioni le associazioni di svolgervi delle attività. “Ci sentiamo presi in giro! Me lo aspetto da una Presidenza della Regione, che fa così da anni, però onestamente non me l’aspettavo dal sindaco di Isola delle Femmine”, afferma Tina Montinaro, “è pur vero che lui non c’entra niente per quanto riguarda la ristrutturazione, però aveva promesso che avrebbe messo almeno una fontana per dare acqua lì nel giardino”. Lo scorso 23 Maggio, infatti, in occasione dell’anniversario della strage, si era svolto sul posto la manifestazione “Piantamola” (leggi qui) ed erano stati piantati cento gerani, portati da molti palermitani, ma ora “tutti i gerani sono di nuovo secchi, lì è tutto di nuovo abbandonato e si dà proprio l’impressione che in questa terra, puoi dire e puoi fare quello che vuoi, ma le cose non cambieranno mai. Dal sindaco non me l’aspettavo!”, continua Tina Montinaro.
Un’associazione intenzionata a prendersi cura di quel fazzoletto di terra c’è, ed è l’associazione capaciota Mosaicando, come ci racconta Tina, “con tanti bambini, che si erano presi l’incarico di andare lì, fare attività ricreative e ci tenevano a curare le piante, che sono un simbolo importante per loro… curare quel pezzo di terra dove c’è stata la morte, mentre questi bambini volevano riportare la vita”. Però, a quanto pare, anche questo non è concesso, perché manca la fontanella. “Si trattava di una piccolezza che si poteva fare, però ogni volta con il sindaco ne parliamo, mi dice: ‘Si, lo sto facendo’, ma si rimanda sempre. Ormai le piante sono secche! Mi dispiace anche per chi si era fatto carico di regalare tutte queste piante, perché è un peccato, perché non è servito a niente”.
Col sindaco Stefano Bologna lei si è sentita fino a dieci giorni fa: “Ripete sempre la stessa cosa”, spiega Tina Montinaro, “per carità, avrà diecimila impegni, però questo lo doveva mettere nella sua agenda. Almeno devono sistemare la zona, in modo che ci possiamo andare, che ci possano andare tanti bambini anche a giocare, mentre così è tutto abbandonato, le persone del posto ormai lo usano come parcheggio. Parliamo sempre di memoria però in effetti non interessa niente a nessuno passato il 23 Maggio. È l’ennesima vergogna”.
Il sindaco Stefano Bologna ci ha spiegato che il Comune si è adoperato fin dall’inizio per garantire un luogo decoroso e si sta adoperando tutt’ora per predisporre un allaccio idrico in zona Falcone e ci ha assicurato che la fontanella verrà realizzata in queste settimane, compatibilmente con le mille emergenze, anche idriche. E’ infatti vero che col passaggio dalla società dell’acqua Aps alla nuova Amps, questa non ancora a regime, fare un allaccio idrico non è così semplice. Speriamo, comunque, che entro la fine dell’estate potremo avere un giardino della memoria curato, dove poter svolgere attività culturali e dove possa tornare la vita non solo il 23 maggio!
“Siamo in ritardo di 23 anni”, conclude Tina Montinaro, “sto sempre lì a lottare, tante promesse, tante promesse da parte di tutti quanti, specialmente da parte delle istituzioni, però continuano a fregarsene altamente. Ed è una vergogna, si devono vergognare. Quello non è il giardino di casa mia, quello è il giardino dei palermitani!”.
Sono stato il promotore, nove anni fa, per far collocare una piccola cappella della Madonna delle Grazie (in sostituzione dei cassonetti della spazzatura). quel posto era una discarica a cielo aperto,. mi ricordo che la mia idea l’avevo girata ad una vigilessa che abitava li vicino.